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Spinti dal costante ed inesorabile incremento di utilizzo di dispositivi mobile per la navigazione in internet, ci lambicchiamo il cervello alla ricerca di nuove tecniche che possano rendere quanto più scattanti, fruibili e performanti i nostri siti web. Google AMP è una delle soluzioni a nostra disposizione che vanno in questa direzione, ma come in ogni cosa ci sono pro e contro che derivano dalla sua implementazione.
Mettiti comodo, ora ripasseremo insieme in che cosa consiste Google AMP e se ti convenga davvero utilizzarlo.
AMP (Accelerated Mobile Pages) è un framework open source (compatibile con diversi browser) che permette di caricare istantaneamente i contenuti di un sito web, consumando meno risorse rispetto alla modalità tradizionale.
Questa tecnologia interessa in particolare ecommerce, editori online, business piccoli e grandi, ed ha lo scopo di offrire ai naviganti una versione “in anteprima” delle pagine web prive di elementi grafici e di quelli non essenziali, in modo che siano quindi più rapide da caricare.
Le pagine AMP sono costituite da tre standard principali, ovvero HTML AMP (finalizzato a garantire le performance dei contenuti), AMP JS (che permette il rendering veloce delle pagine HTML AMP), e AMP Cache (se implementata, permette la condivisione delle pagine HTML AMP).
Google AMP è una soluzione proposta per aumentare la velocità delle pagine e per offrire un design responsivo in grado di assicurare un’immediata consultazione. Ciò consiste nell'offrire ai visitatori una versione più minimalista dei contenuti priva di tutti quegli elementi che rallentano la navigazione: ad esempio, i menu di navigazione possono essere sacrificati per assicurare la velocità di caricamento.
La tecnologia Accelerated Mobile Pages è stata studiata e promossa in particolare per i siti informativi, e i grandi publisher (Washington Post, Wired, La Stampa...) si sono subito gettati sulla sua implementazione. Il fatto che si tratti di uno standard open source comporta il fatto che Google collabori con altri colossi (Pinterest, Twitter, Wordpress...) per uniformare lo sviluppo della piattaforma.
AMP è uno standard tecnologico pensato particolarmente per velocizzare la consultazione delle pagine per gli utenti da mobile, e che può contare sulla partecipazione libera degli sviluppatori appassionati per renderla sempre più performante e in grado di rispondere alle evoluzioni tecnologiche.
La tecnologia è molto potente, Google afferma che le pagine che ne fanno uso appaiono in un quarto del tempo di quelle tradizionali, e impiegando un decimo dei loro dati. Questo si ottiene rinunciando agli elementi “sacrificabili” come il codice Javascript pur di offrire delle pagine rapidamente visualizzabili.
Non credo che AMP migliori il posizionamento (almeno nella situazione attuale, un domani invece?) ma di sicuro un sito che si carica velocemente invoglia i visitatori a fruire di maggiori contenuti con conseguenti benefici SEO.
Google AMP è un'introduzione tecnologica che permette di offrire un design responsive che viene incontro alle esigenze di rapida visualizzazione degli utilizzatori di tablet e smartphone
Tra i principali vantaggi di Google AMP ricordiamo:
Bè, non è tutto oro ciò che luccica! Purtroppo questo standard tecnologico per la rapida consultazione da mobile comporta anche degli svantaggi di cui devi essere al corrente.
Innanzitutto, se il tuo progetto editoriale conta di monetizzare attraverso le inserzioni pubblicitarie, tieni presente che la loro compatibilità con AMP non è affatto garantita al 100% (e lo stesso vale per i moduli di contatto, che possono ovviamente essere parte delle strategie di call to action).
Come abbiamo detto, la grafica risente inoltre della visualizzazione minimale necessaria per assottigliare i tempi di caricamento, perciò la forza visiva dei contenuti finalizzata alle conversioni, evidentemente ne può risentire.
Inoltre, poiché ci troviamo di fronte ad una “impalcatura” tecnologica aggiuntiva, il monitoraggio delle statistiche di visita deve essere opportunamente integrato per tutte le pagine introdotte in AMP.
Come puoi immaginare, Google AMP non è una panacea in grado di sanare una preesistente carenza di visitatori: non otterrai magicamente nuovi utenti se alla base non ci sono contenuti attraenti e originali, al massimo puoi sperare che coloro che già ti seguono siano soddisfatti dall'istantanea velocità di caricamento.
Come puoi capire, il dilemma è se valga la pena sacrificare tutto in termini di accessi ai “veri” contenuti del sito pur di assicurare una velocità di caricamento eccelsa ai nostri visitatori, oppure se sia meglio preservare il nostro diritto a far entrare le persone effettivamente nel nostro portale, a costo di perdere qualcosa in termini di tempo di visualizzazione.
Nel caso delle notizie (pensiamo ai portali come i giornali locali oppure di news tematiche) spesso parliamo di informative non molto lunghe, che si leggono in un soffio e che gli utenti si aspettano di fruirne in men che non si dica, perciò in questi casi sembra plausibile la necessità di assicurare un ridotto tempo di caricamento delle pagine.
Nelle prime informative di Google che arrivavano via mail ai webmaster si parlava di una “migliore esposizione nelle ricerche di Google” di cui avrebbero potuto beneficiare i produttori di notizie, anche se non sembra si parlasse espressamente di posizionamento. L'introduzione di AMP sembra infatti un requisito da soddisfare per apparire con più facilità tra le notizie in primo piano nelle serp, quindi ancora una volta la sua utilità sembra riconfermarsi per i portali informativi. La diffusione dello standard sembra inoltre essere veicolata a cascata ovvero, non appena i big player del settore l'hanno introdotta, anche tutti quelli che competono con loro hanno fatto la stessa cosa, incrementando il suo utilizzo.
In ogni caso non ho la risposta definitiva a questa domanda: molto dipende da come monetizzi, dalle aspettative del tuo target e da come si comporta la tua concorrenza.
L'introduzione di AMP inoltre si può considerare anche come una forma di investimento per il futuro. Come si comporterà Google domani? Considererà le pagine accelerate come un semplice requisito per la visualizzazione delle news in evidenza oppure inizierà a scartare tutti i siti meno veloci in favore di quelli dal caricamento avanzato?
Tu che cosa ne pensi?
A questo punto ti chiederai: come posso attivare Google AMP sul mio sito riducendo al minimo le possibilità di errore?
Naturalmente, si tratta di un processo delicato che richiede la correttezza del codice implementato (puoi verificare se AMP funziona correttamente nel tuo caso attraverso questo tool).
Il lato positivo di Google AMP, è che i proprietari dei siti realizzati a partire da CMS Wordpress possono contare su alcuni plugin sviluppati appositamente per rendere il processo meno complesso e “doloroso”.
Ecco un video che ti illustra come installare in pochi passaggi Google AMP su Wordpress con Yoast e Glue:
Se invece non hai un sito realizzato in Wordpress, puoi scaricare i pacchetti del progetto ampproject da github.
Per gli utenti che utilizzano Joomla, un buon plugin da poter utilizzare è JAmp, secondo me è uno dei migliori plugin in circolazione per Joomla. JAmp consente di generare le pagine in versione Amp, concedendo anche un largo margine di personalizzazione grafica.
Il nostro amico Flavio Web ne parla in un suo articolo.
Ne ha parlato anche Stefano Rigazio al Joomla Day del 2016. Il video ha un anno e mezzo ma è ancora una buona risorsa per trarne informazioni utili.
Se hai implementato AMP attraverso una di queste metodologie, nel giro di qualche ora dovresti già vedere i risultati, e potrai verificare la corretta scansione attraverso l'apposita voce della Search Console.
Ti consiglio comunque di realizzare un’apposita sitemap da sottoporre a Google per maggiore sicurezza sul buon esito dell'indicizzazione.
E tu, che cosa ne pensi? Hai già deciso di implementare Google AMP oppure temi sia un'operazione che non ti porterà vantaggi effettivi?
Web Designer freelance con esperienza in campo SEO e Social Media Marketing con oltre 10 anni di esperienza. Vivo a Cervia ma lavoro anche a Rimini, Forlì e Cesena e Ravenna e più in generale su tutto il territorio nazionale.
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